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Lunedì 22 ottobre 2018, nella sede dell'Università Potificia Salesiana, è stato presentato e discusso il dottorato di ricerca di Wim Collin, dal titolo: La predicazione inedita di Giovanni Borel agli allievi del Collegio di San Francesco da Paola. La proposta formativa e il confronto con don Bosco. Il lavoro è stato condotto sotto la direzione dei professori Aldo Giraudo, Giovenale Dotta e Francesco Motto.

Questa ricerca studia gli ottanta manoscritti inediti della predicazione di Giovanni Borel, ai giovani allievi del Collegio di S. Francesco da Paola dal 1829 al 1844, e analizza le tematiche dottrinali, etiche ed ascetico-spirituali da lui trattate. L’obiettivo principale è indagare le caratteristiche e i contenuti fondamentali della proposta formativa presentata agli studenti di quella importante scuola torinese (figli della borghesia e della nobiltà), in quel preciso momento storico in cui si andavano formando i quadri del futuro stato unitario.

La ricerca è significativa per la storia dell’educazione e della pastorale. Infatti offre elementi interessanti per comprendere il modello formativo della scuola sabauda nella Restaurazione, il motivo del ruolo centrale riservato alla religione nell’educazione e alla figura del direttore spirituale nelle scuole del tempo, e arricchisce il panorama degli studi sulla pastorale e la spiritualità giovanile dell’Ottocento. Permette anche di conoscere aspetti, culturali che potrebbero aiutare a comprendere la mentalità, le visioni e le scelte e gli esiti della generazione formata in quegli anni.

Il lavoro è articolato in tre parti.

La prima parte, di indole storica, è composta di due capitoli: Nel cap. 1° il candidato, dopo un cenno alla Restaurazione politica, si sofferma sulla riforma scolastica del 1822, sulla funzione privilegiata della religione e sul ruolo del direttore spirituale nella scuola pubblica; sull’organizzazione del Collegio di S. Francesco da Paola. Il cap. 2°, dedicato al teologo Giovanni Borel (1801-1873), ne ricostruisce il percorso biografico e gli incarichi ricoperti, fino alla collaborazione con le opere della marchesa di Barolo e l’Oratorio di don Bosco.

La seconda parte entra nel cuore della ricerca. È costituita da tre capitoli. Il primo (cap. 3°) è di carattere tecnico: presenta i manoscritti, la loro datazione e l’elenco dei temi trattati, individua gli autori e le fonti di cui si è servito G. Borel, infine si sofferma sul suo metodo di lavoro. Si passa poi alla presentazione critica dei contenuti della predicazione in base ad una griglia costruita a partire da alcuni nuclei tematici principali individuati nella lettura analitica dei manoscritti. Nel cap. 4° l'autore si sofferma su tre principali tematiche teologiche: la visione di Dio, Uno e Trino, dell’uomo e della Chiesa. Nel cap. 5° vengono raccolti e presentati altri temi relativi al vissuto cristiano: centralità della Parola di Dio, sacramenti, peccato e perdono, virtù del buon cristiano e dell’onesto cittadino, la risposta alla chiamata di Dio nella preghiera e nel discernimento vocazionale.

La terza parte è costituita da un unico capitolo, il cap. 6°, nel quale l'autore si impegna in una riflessione ermeneutica sui risultati ottenuti nella fase analitica, per mettere in luce i nodi dinamici della proposta educativa e spirituale fatta da G. Borel ai giovani allievi e riassumere i tratti principali che caratterizzano la sua antropologia spirituale. Il capitolo termina con un confronto sobrio ma esaustivo con la proposta formativa fatta ai giovani da san Giovanni Bosco.

La ricerca dottorale apporta vari elementi di novità in ambito storico e spirituale. In primo luogo arricchisce la conoscenza della biografia, dell’opera e del pensiero del teologo Borel, personaggio schivo ma rilevante nel suo ambiente sociale ed ecclesiale. In secondo luogo offre uno sguardo più attento e documentato sulla storia della scuola sabauda in quel particolare momento storico, mostrando, oltre agli aspetti organizzativi e legislativi, anche i punti caratterizzanti del modello formativo che veniva perseguito in ordine alla formazione culturale, morale e spirituale dell’onesto cittadino e del buon cristiano. Anche il confronto con la proposta formativa di don Bosco, per quanto ridotto all’essenzialità, contiene elementi di novità interessanti per mettere a fuoco le diverse sfaccettature della pastorale e della spiritualità giovanile nella prima parte dell’Ottocento e la loro progressiva evoluzione.